Recensione 'La battaglia navale' di Marco Malvaldi - Sellerio

«Un lavoro d’indagine vero, sul campo, è molto più simile alla battaglia navale. All’inizio spari alla cieca, e non cogli niente, ma è fondamentale che tu ti ricordi dove hai sparato, perché anche il fatto che lì tu non abbia trovato nulla è una informazione».Non lontano dalla casa di Nonno Ampelio, uno dei quattro vecchietti investigatori del BarLume, ci sono i Sassi Amari, il litorale di Pineta. Abbandonato lì, viene trovato il cadavere di una bella ragazza con un particolare tatuaggio. Lei viene presto identificata, dal figlio dell’anziana presso cui lavorava, come la badante ucraina della madre. Le colleghe connazionali si affrettano ad accusare il marito della ragazza, un balordo che la tormentava. E il caso sembra avviato a una veloce conclusione. Tra i Vecchietti serpeggia la delusione. Visto anche che l’indagine è affidata a un altro commissariato, e non all’amica vicequestore, la fidanzata di Massimo il Barrista.
Ma è l’ostinazione senile che fornisce alla Squadra Investigativa del BarLume l’intuizione decisiva. E grazie anche all’intermediazione di un altro squinternato, il compagno Mastrapasqua che delle ucraine conosce usi e costumi, il vicequestore Alice Martelli può raddrizzare un’inchiesta cominciata con il piede sbagliato.
Marco Malvaldi ha rinnovato il giallo umoristico. L’invenzione delle sue storie, seguite da tanti lettori e diventate una serie televisiva, è di adagiare l’indagine cerebrale, tutta deduzione da indizi esistenziali e spesso psicologici, sullo sfondo tenero e comico di un gruppo di amici pensionati cresciuti in una provincia antica, che odora di civiltà comunale, dalla lingua tagliente, radicale e arguta, e dal vernacolo sboccato.

AUTORE: Marco Malvaldi
EDITORE: Sellerio
DATA DI PUBBLICAZIONE: 21 aprile 2016
PAGINE: 192

TRAMA: 2  PERSONAGGI: 3  STILE: 3  COPERTINA: 2



Lo ammetto: io rientro in quella categoria di lettori che, dopo aver scoperto questa serie di libri, dopo essermi innamorata dei quattro vecchietti del BarLume e del sarcasmo di Massimo il Barrista, ha sempre avuto un po' il timore che Malvaldi smettesse di scriverne.
Insomma, i nostri quattro eroi non sono esattamente dei ragazzini e più di una volta Marco ha detto che, probabilmente, non c'era molto altro da dire sul BarLume e i suoi frequentatori.
Quindi, terminata la lettura di questo romanzo, mi è sorta spontanea la domanda: perché? Perché Malvaldi, che già ha ricevuto parecchie critiche negative con il suo penultimo romanzo, "Buchi nella sabbia", ha deciso di tornare a Pineta?

Durante la lettura ho spesso avuto la sensazione che lo abbia fatto un po' per andare sul certo, un po' per via della pressione dei lettori, che questa serie la hanno amata davvero tanto, un po', forse, perché anche l'editore sapeva di di andare a colpo sicuro.
Insomma, diciamocelo: Malvaldi, BarLume, Ampelio, Massimo &co. È quasi come sparare sulla Croce Rossa.
E infatti, io per prima mi sono catapultata a reperire la copia tanto bramata e non ho atteso che poche ore per iniziarne la lettura.
Ecco, forse avrei dovuto evitare. Perché se l'ultimo romanzo di questa serie, Il telefono senza fili, mi aveva lasciato un bel ricordo degli amati personaggi, con questa storia tutto sfuma in toni grigi e cupi che, sicuramente, non mi faranno rimpiangere né Massimo né il BarLume.

Come ovvio, l'ambientazione è la solita, Pineta e il suo BarLume che, nel frattempo, si è ampliato diventando anche un ristorante; i personaggi sono quelli e la storia segue le stesse linee di sempre: un morto (morta in questo caso), i vecchietti che si impicciano, Massimo, che troviamo fidanzato con Alice Martelli, la commissaria, che ragiona e ragiona e Tiziana, la sua aiutante, sempre lì, sempre bella e sempre con Marchino alle calcagna.

Cosa manca? La verve, lo spirito goliardico tipico di quella Toscana che tanto amiamo e che ha sempre tenuto vive le storie del BarLume.
Massimo è praticamente un burattino in mano ad Alice che, non solo per il ruolo che ricopre all'interno delle indagini, ma proprio in quanto donna di per sé (= rompiballe) lo comanda a bacchetta dentro e fuori casa. 
Tiziana, che nei romanzi precedenti era il filo che legava tutti i personaggi, questa volta sembra quasi un'ombra, a volte anche inutile, messa lì solo perché c'era anche prima.
E gli altri? Ampelio, il Rimediotti, Aldo e il Del Tacca? Ecco, forse loro sono l'unico motivo per cui questo romanzo non è totalmente da buttare. 
Le battute, nel tipico dialetto toscano, ci sono e, qualche volta, riescono anche a strappare un sorriso. Un sorriso, però. Solo quello. 
Non aspettatevi le risate a cui eravate abituati con i romanzi precedenti e neanche, purtroppo, quell'empatia che spesso legava il lettore a Massimo e che lo portava a seguire i suoi ragionamenti per cercare di risolvere l'omicidio di sorta.
L'omicidio c'è, ma anche questo sembra messo lì perché se non c'è un omicidio che cavolo vuoi farci a Pineta?

Leggere questo romanzo è stata una gran fatica. Perché se ho tra le mani Malvaldi e, soprattutto, il BarLume, ho delle aspettative alte. 
Ho trovato conforto nelle parole de La Lettrice Rampante, che Malvaldi lo ama sicuramente più di me e che, con me, ha condiviso questa sensazione di malfatto che questo romanzo mi ha trasmesso.




La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

20 commenti:

  1. Allora non fa per me considerato che di Malvaldi non mi ha entusiasmato neppure La briscola in cinque.Me ne faccio sicuramente una ragione.
    Spero che adesso tu riesca a leggere un bel libro...perchè la serie dei "così-così" si sta allungando e invece hai bisogno di un "wow"!
    un caro saluto da lea

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    1. Un "wow" mi servirebbe davvero! Se Lorenzo si decidesse a tirare fuori qualcosa, magari avrei speranze!

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  2. Cara Libridinosa, in un periodo di brutte notizie non potevi darmene una peggiore. Cioè ma veramente?? Oh mi signur, io che mi nutro a pane e Malvaldi, io che me lo sogno di notte, io che a Pineta ho preso la residenza...non ho ancora comprato il libro per impossibilità personale altrimenti lo avrei già letto. Va bene, non mi resta che piangere!!!

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    1. Piangi piangi, che stavolta è una tragedia fatta e finita!

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  3. La formula "soddisfatti o rimborsati" dovrebbe valere anche nel mondo dei libri! :)'
    Per lo meno la mia wish list non ingrassa haahha.
    Un forte abbraccio

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    1. Buon per la tua wishlist che sospetto non sia esattamente snella!
      Bacio grande grande :*

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  4. Io come sai ho letto il primo della serie e, seppur mi sia piaciuto, ho girato al largo dagli altri. Non so neanche bene il perché, forse solo perché non è scattata quella scintilla necessaria a farmi decidere di continuare con una serie. In questo caso, visto il tuo votaccio, mi converrà proprio scappare anche solo quando lo vedrò da lontano! ;)

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    1. Eh sì, Dany, forse è meglio per te puntare su altre letture!

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  5. Che peccato... anch'io sono tra quelle che adorano Malvaldi e questa serie, ma immagino che, come tutte le serie, dopo un po' il momento di stanca sia inevitabile, non fosse altro che perché le idee cominciano ad esaurirsi. Forse è meglio cambiare genere anziché raschiare il fondo del barile... Comunque leggerò lo stesso questo libro, perché i personaggi mi sono entrati così nel cuore che mi sembra di conoscerli da una vita.

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    1. Ciao Nadia, a questo punto aspetto di sapere cosa ne pensi tu!

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  6. Mmmmh.. Malvaldi non mi ha mai ispirato tanto. Non c'è mai stata quella scintilla necessaria a dare il via ad un vero e proprio falò!
    Mi dispiace che si sia rivelato un romanzo malfatto :(

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    1. Sai qual è la cosa più brutta? Che l'ultimo romanzo ambientato al BarLume era proprio bello. E anche se rimaneva la malinconia di una serie amata e terminata, quantomeno era una malinconia dolce. Così, invece, è un po' come se avesse rovinato tutto.

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  7. Già con Il re dei giochi mi aveva fatto venire il nervoso. Una fatica leggerlo...
    Questo vedrò di evitarlo.

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    1. Oh sì, se ti era già salito il nervoso con quello, questo evitalo proprio!

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  8. L'unica cosa che davvero mi consola è che abbiamo notato gli stessi problemi e le stesse cose che non funzionano. Quindi non sono solo io che non ho saputo apprezzarlo... è lui che è proprio brutto :P

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  9. E' normale che sia brutto, se strizzi fino all'ultimo dei personaggi, posti sempre nella stessa ambientazione e non sei Simenon o Camilleri (e anche lì alcuni romanzi non sono molto belli, anzi peccano molto) diciamo che è normale che non sai cosa fargli fare né dire, diventando monotono e ridondante. Però la colpa secondo me è degli editori che quando vedono che un libro va bene cercano di spolpare l'autore fino all'ultimo non capendo che poi si rischia un flop. Peccato :P

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    1. Anche io ho pensato che ci sia molto dell'editore dietro la scelta di pubblicare l'ennesimo capitolo di questa saga. Peccato davvero!

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  10. Insomma questo libro non è piaciuto proprio a nessuno! eheh io non ho mai letto niente di Malvaldi, non so nemmeno io perché. Magari più avanti gli darò una possibilità :)

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    1. Ecco, una possibilità dagliela, ma salta questo libro!

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