Recensione 'Le tartarughe tornano sempre' di Enzo Gianmaria Napolillo - Feltrinelli


Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell’azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell’acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo.
Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l’estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d’inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell’estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell’acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra.
Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L’isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell’estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento in una notte stellata. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.
Giulia e Salvatore ora ne sono sicuri. L'isola è di chi rimane e di chi arriva. Non di chi se ne va. Non di chi dimentica.

AUTORE: Enzo Gianmaria Napolillo
EDITORE: Feltrinelli
DATA DI PUBBLICAZIONE: 15 marzo 2015
PAGINE: 224
PREZZO: 15.00 €
E-BOOK: 9.99 €

TRAMA: 5  PERSONAGGI: 5  STILE: 5  COPERTINA: 5






Nascere su un'isola non è facile. Nascere su un'isola è come portare un marchio sulla pelle che non ti abbandonerà mai.
Da quell'isola potrai andare via e anche non tornare mai più, ma l'isola ti rimarrà dentro per sempre. Col suo sole, i suoi colori, il suo mare, i suoi profumi e la sua gente.
L'isola è parte di te, sta dentro te.
E se quell'isola diventa lo scenario più triste della tua nazione, il teatro sul cui palcoscenico viene recitato un dolore senza fine, tu non puoi chiudere gli occhi e far finta di nulla.

È questo che ci racconta Enzo Gianmaria Napolillo in questo romanzo, in cui, in poco più di 200 pagine, è racchiusa la vita di due ragazzi, Giulia e Salvatore, che su quell'isola ci sono nati, che di quell'isola conoscono i segreti, le gioie, ma anche e soprattutto il male che ti lascia nell'anima.

Giulia e Salvatore crescono mano nella mano ed è così che percorrono la vita, tenendosi stretti, cercando di non allontanarsi mai troppo, di far sì che la vita, che invece cerca di separarli, non vinca.
È così che trascorrono le loro estati, prima bambini, poi ragazzi. Tra bagni in mare e bagni di sole, tra spiagge di sabbia bianca e scogli da cui saltare, tra baci che sanno di sale e pelli bruciate dal sole.
Estati che sanno di amore, di corse in bicicletta, di pasta coi pomodori freschi e di granite di gelsi e di cannoli con la crema.
Estati che sanno di addii, di traghetti che partono e strappano l'anima.
E inverni. Inverni lunghi che sanno di lettere. Lettere con la busta rosa, perché
i postini di tutto il mondo mettono particolare cura a una lettera rosa
È così che Giulia e Salvatore vivono il loro amore. Un amore lungo, nato quando erano bambini e mai scemato. Lui sull'isola e lei a Milano. Pronti a ritrovarsi ad ogni nuova estate che arriva, a riprendersi lì dove si erano interrotti, a quell'ultimo bacio rubato prima dell'ennesima partenza.
Salvatore e Giulia sono nati su quell'isola meravigliosa che è Lampedusa. Ed è lì che lei, ogni estate, ritorna. Sull'isola, a quella villa che l'ha vista crescere e, soprattutto, a quell'amore che la tiene viva.
Giulia vive a Milano. Giulia è una di quelle che è andata via, perché il padre è un famoso architetto e Milano è la città giusta.

E tutto procede, limpido come quell'acqua in cui si tuffano ogni estate, chiaro come quel cielo che li osserva. Finché non arriva qualcosa a rompere gli equilibri: i barconi, i migranti, quelle persone che vivono a pochi chilometri da loro, oltre quell'orizzonte che tante volte hanno osservato.
Africa. Un altro mondo, un'altra lingua, un altro colore di pelle. Ma gli stessi occhi di chi ha paura, di chi fugge, di chi cerca la salvezza fuggendo, rifugiandosi su una barca vacillante, stretti gli uni agli altri, di notte, attraversando quei pochi chilometri di mare che vogliono dire libertà, ma anche morte.

L'isola è di chi rimane e di chi arriva. Non di chi se ne va.
Questo romanzo, lo ammetto, era passato inosservato ai miei occhi. Visto di sfuggita in uno dei miei tanti giri in libreria, colpita dalla sua copertina così azzurra che tanto mi ricorda il mio mare, ma mai preso in considerazione. Perché? Non so. È uno di quei misteri che noi lettori non saremo mai in grado di risolvere.
Devo ringraziare Lorenzo per avermelo fatto scoprire.
Enzo Gianmaria Napolillo era presente la sera in cui ho incontrato Lorenzo a Legnano. E io, che non me ne risparmio mai una, l'ho confuso col suo editor (scusa, Enzo. Dai la colpa al mio essere anziana e anche un po' rimbambita!). Lorenzo mi ha detto: "Leggi il suo libro" e io, da brava, ho obbedito.
Adesso la domanda è: "Perché, Lorenzo caro, non me lo hai detto prima?".

Questo è un libro che racconta tanto e lo fa con una grande semplicità d'animo, con tanta delicatezza, ma anche con tanto dolore. Non è solo una storia d'amore tra due ragazzi. È la storia di vita di gente che combatte ogni giorno col dolore, con la morte, con la perdita di quelle erano le piccole certezze di una vita semplice.
Io sono siciliana e in Sicilia non ci sono solo nata. Ci ho vissuto e per tanti anni. Sono una di quelle che "bisogna andare via, perché il lavoro è al nord". Sono una di quelle che, lo ammetto, si rende conto di quanto tutto qui sia più semplice, più raggiungibile.
Ma sono una di quelle che guarda il cielo, sempre velato, sempre grigio, e si chiede che fine abbia fatto l'azzurro. Una di quelle che ha avuto la pelle baciata dal sole e tirata dalla salsedine. Una di quelle che "è vero, nascere su un'isola è un marchio che ti porti dentro per la vita."
Perché l'isola è tutto e niente. Ti lega a sé, ma ti caccia via. Ti dice "rimani". Ma se vai via sai che non sarà facile tornare.

Lampedusa è un mondo a sé. Un mondo fatto di colori e profumi unici al mondo. Un mondo in cui si è sempre vissuto di turismo e pesca e sughi fatti in casa e porte sempre aperte.
La tragedia che ha colpito quest'angolo d'Italia è qualcosa che non si può capire se non si vive sulla propria pelle, se non si guarda con i propri occhi.

È questa la cosa che più mi ha colpita di questo romanzo: Salvatore prova più volte ad andare via, a cercare la sua strada altrove, a rintanarsi, anche lui come tanti, tra quei palazzi grigi e fumosi di Milano. Ma il richiamo della sua terra è troppo forte. Salvatore torna sempre indietro, nonostante tutto, nonostante tutti.
Credo che essere isolani aiuti a capire le scelte di questo ragazzo, il legame tra lui e quella terra rude e dolorosa che lo ha visto crescere.
Credo che leggere questo libro possa toccare l'anima di molte persone. Perché in questo libro c'è tanto amore: l'amore di due ragazzi che si tengono per mano, l'amore della gente verso la propria terra, l'amore di un popolo che fugge.


La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

27 commenti:

  1. Ed ecco un libro che finirà dritto dritto nella mia tbr di maggio!
    Bella recensione,invoglia proprio la lettura

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    1. Grazie! È una delle cose più belle che possiate dirmi :*

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Ho imparato a non sottovalutare i tuoi suggerimenti e un voto così alto. Lo leggerò sicuramente.
    Grazie
    Lea

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    1. Oh Lea, sono sicurissima che amerai follemente questo romanzo!

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  4. Avevo adocchiato questo libro all' uscita e poi me n'ero dimenticata. Però è vero, l'isola ti lega a sé e non ti lascia andare facilmente. Grazie per questa bella recensione :)

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  5. Davvero una bella recensione, si sente che c'è un pezzettino della tua anima qui dentro :-)

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    1. Ci sono autori, ultimamente, che l'anima me la stanno rubando. E io sono felice di lasciarla andare!

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  6. Allora, ho eliminato il commento alla fine perché non rendeva l'idea. Un pessimo italiano del lunedì mattina! Volevo dire che la recensione è meravigliosa e che richiama lo stile che piace a me, definito alla 'Anna maniera', quindi anche tu ora hai uno stile alla 'Laura maniera', puoi vantarti di ciò :D
    Mi è piaciuta così tanto che mi hai fatto venire voglia di recuperare questo romanzo che corteggio da tempo. Bacio :)

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    1. Oh, Maestà! Mi ha appena insignita di una grande onorificenza!
      Leggilo, tesoro, perché è una di quelle storie che tu ami tanto.

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  7. Bellissima recensione!!! Ti ho già detto che questo libro mi ha sempre attirato ed ora che ho la conferma di quanto sia bello lo leggerò di sicuro!

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  8. Come? È piaciuto tanto alla Libridinosa?
    Allora lo devo leggere!
    Laura, lo so che sono ripetitiva, ma non posso evitarlo: sei troppo forte!!
    ciaoo

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    1. Grazie Roby, è sempre bello entrare e trovare un tuo pensiero!

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  9. Bellissima recensione.. Anche io come te, sono siciliana, e vivo ancora in Sicilia.. è vero che la realtà qua giù non è sempre semplice e le opportunità scarseggiano più che mai, ma come hai ben detto chi nasce in un'isola la porta sempre con sè, è difficile staccarsene.. Io non so se lo farò mai ;) A parte questo, questo libro tratta un tema moto attuale ed insieme narra una storia d'amore e storie di vita.. non posso farmelo sfuggire.. Grazie per avermelo fatto conoscere ;)

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    1. Purtroppo spesso si tratta di una "non-scelta". Andare via è dura, ma quando non si hanno alternative, che si fa?
      Aspetto di sapere cosa ne pensi, perché sono sicura che lo leggerai con gli stessi miei occhi di isolana.

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  10. Ehm...senti, mi fai piangere? perchè? Questa recensione è magistrale, stai migliorando la tua scrittura ogni giorno di più e questa è a dir poco magnifica. Brava, brava e ancora brava. Sarà che ti senti "vicina", sarà che è un libro che avevi "snobbato" e che ti ha regalato sensazioni inaspettate, quindi dovevi qualche cosa a questo volume e al suo autore, che hai pure scambiato per un altro (povero Sig. Napolillo). Beh mettila così, gli hai reso giustizia, perchè io grazie a te lo comprerò e lo leggerò, anzi ho già promesso alla bibliotecaria che ne parlerò il 30 al Bibliotè. Grazie Libridinosa, Grazie Lorenzo e grazie all'autore. Ps scusa la Libridinosa, è fatta così, ma è brava in fondo :-)

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    1. Senti, ma la pianti di farmi fare figure barbine? Tanto ci penso già da sola a rimediarle! E comunque, è tutta colpa di Lorenzo, che poteva pure dirmelo prima chi era quel signore alto alto! Vabbè, dai, alla fine, in qualche modo, ho rimediato! E piantala di piangere che mi bagni il blog tutte le volte!

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  11. wow che belle parole. Non è proprio il mio genere di libri ma l'ho appena aggiunto alla lista desideri, sappilo

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    1. Oh Chiara, sono sicura che ne rimarrai affascinata anche tu!

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  12. E dopo queste belle parole d'amore, come si fa a non desiderare di leggerlo subito?
    Ora lo so che friggerò finchè non riuscirò ad iniziarlo, ma prima ne devo leggere un altro paio.
    Grazie perchè sai emozionare con le parole e stavolta non mi riesce proprio di insultarti...un successo nel successo, direi!
    Ciao Libridinosa bella!

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    1. Ehm... stai bene, Bacci? No, perché con questa sono due cose oggi. Inizio a preoccuparmi, eh! Comunque, prepara i fazzoletti, che se ho pianto io...

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    2. Commovente e delicata....bellissima. :-)

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  13. Non conoscevo né il libro né l'autore, ma mi hai incuriosita tantissimo e adesso ho proprio voglia di leggerlo :)

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    1. Anche io l'ho "conosciuto" con questo romanzo e ne sono rimasta totalmente affascinata! Aspetto, ovviamente, di conoscere il tuo parere ;)

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