Recensione 'Su e giù per le scale' di Monica Dickens - Elliot Edizioni

su e giù per le scaleSINOSSI

Pronipote di Charles Dickens, cacciata da un’esclusiva scuola femminile e decisamente insofferente verso i balli delle debuttanti, Monica Dickens decise che era arrivato il momento di entrare nella vita vera. Rispolverò un corso di cucina francese e si fece assumere come cuoca, salutando la propria celebre e borghese famiglia. In questo divertente e arguto memoir, l’autrice racconta il dietro le quinte delle case benestanti in cui si trovò a lavorare, le ardue conquiste, gli abusi e le battaglie, con il tipico humour anglosassone. Tra soufflé afflosciati, arrosti caduti e scottature continue la giovane cuoca scopre la passione e la curiosità per un lavoro concreto e onesto. Il suo occhio per i dettagli, lo spirito giovane e perspicace, oltre a un innato senso per il comico e l’assurdo, rendono questo libro una lettura deliziosa come un romanzo, che non mancherà di appassionare i cultori di serie televisive come Downton Abbey e Upstairs Downstairs.

TITOLO: Su e giù per le scale One Pair of Hands
AUTORE: Monica Dickens
TITOLO ORIGINALE: One pair of hands
TRADUZIONE A CURA DI:
EDITORE:
Elliot edizioni
DATA DI PUBBLICAZIONE: 15 luglio 2015
PAGINE: 186

TRAMA 2
PERSONAGGI 2
STILE 3
INCIPIT 3
FINALE 3
COPERTINA 6





Se aveste intenzione di approcciarvi a questo libro, vi consiglierei di farlo leggendo prima la breve biografia dell'autrice, che potrete trovare alla fine del romanzo.

Questa premessa per dire che, quando ho iniziato a leggere sono rimasta spiazzata dal fatto che, sin dall'inizio della narrazione, non ci viene data nessuna informazione su chi ci troviamo davanti.
Semplicemente, la narratrice ci dice che si annoia e che ha intenzione di trovarsi un lavoro.
Bene! Chi sei, cara? Dove vivi? In che epoca siamo? Tutte queste informazioni, purtroppo, dovremo intuirle durante la lettura.
Serviranno circa 50 pagine solo per capire che quella che abbiamo tra le mani è un'autobiografia. Altrettante per scoprire che la famiglia da cui Monica proviene non vive in una situazione di indigenza e che la sua scelta di lavorare è davvero ludica!

Inizialmente, Monica pensa di voler fare l'attrice, ma la sua evidente mancanza di talento la fa virare verso la scelta di diventare cuoca tuttofare. Beh, d'altronde il passo dal palcoscenico alla cucina è breve, no?!
Prese le dovute lezioni (stiamo parlando di una persona che non sapeva neanche rompere un uovo!), Monica inizierà a lavorare presso varie famiglie. Quasi totalmente incapace di cucinare, il suo sarà un crescendo di arrosti bruciati, piatti rotti, sporcizia nascosta sotto i tappe. Nonostante tutto ciò, però, Monica riceverà sempre delle ottime referenze. Seee, vabbè!
Se tutto ciò non bastasse, leggendo la biografia della Dickens, salta all'occhio che si tratta della pronipote del ben più famoso Charles, dal quale, ovviamente, non ha ereditato il talento narrativo!

Insomma, per 186 pagine l'autrice non farà altro che inanellare un episodio dietro l'altro dei suoi anni da domestica. Ma lo farà senza alcuno slancio, senza trasmettere nulla. Un po' come quando si compila la lista della spesa... stesse emozioni!
Un'asettica cronaca delle sue faticose giornate, con me che continuavo a pensare: <<Bellina, stai lì perché ti annoi a fare la bella vita, eh!>>.

Comunque, giusto perché noi povera gente non si debba stare a preoccuparci troppo, la Dickens ci informa, a fine libro che è tornata alla sua vita agiata, trascorrendo intere giornate a fare impacchi di crema alle mani per riprendersi dai disagi patiti!

Una lettura superflua, vuota, misera, inutile.

La Libridinosa

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16 commenti:

  1. Mi piaci quando sei così diretta. Sto lontana lontana dalle delusioni libridinose. Sarebbe uno spreco di tempo e di soldi.
    Grazie mille.
    Ciao da Lea

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    1. Brava Lea! Ci sono libri migliori su cui investire!
      Un bacio

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  2. Grazie per la sincerità, dovremmo fare tutti così!! E comunque già per il cognome che porta, mi avrebbe impaurito a prescindere questo libro...Per una volta tanto, niente aggiunte alla lista...Il mio portafoglio ringrazia. :-)

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  3. Oh no, uno sfacelo! Un romanzo insipido per restare in tema di cucina. Peccato che a noi lettori piacciono i piatti completi,con portate principali e contorni, serviti nel giusto ordine e non a casaccio (hai visto come sono rimasta nel tema del romanzo?)

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    1. Maestà, lei riesce sempre a cogliere il senso di tutto! Sarà mica una storia vegana questa? Ahahahah

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  4. Ovviamente ho riso di gusto al "bellina"! Per quanto riguarda il libro come sai c'è l'ho suo kindle ma mi è passata la voglia di leggerlo! ;)

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  5. Che peccato ti abbia deluso così tanto, a me invece ha divertito nonostante le tante assurdità! Peccato che non si trovino altri libri suoi in italiano perché in One pair of feet la Dickens racconta l'esperienza come infermiera e non oso immaginare cosa possa aver combinato!

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    1. Sinceramente, faccio volentieri a meno di altre sue elucubrazioni!

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  6. Oh beh, per fortuna l'hai scritto alla fine, mi stavo preoccupando, vuoi mai che poverina si fosse rovinata le manine per cucinare a quei poracci!
    E comunque aprire le uova non è cosa facile!...

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  7. ragazzi, a leggere la sinossi pareva un capolavoro!!!! stavo già per comprarlo.... menomale, poi, ho letto la recensione!

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  8. Odioooooooo!!! Questa volta è colpa di zia, ohhh sottolineiamolo :-)

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